martedì 20 aprile 2010

Addio mio fidato destriero


Potete ripetermelo quante volte volete che era solo un mezzo, un insieme di plastiche e metalli costruito all'unico scopo di portarci da un luogo ad un altro, un misero guscio da utilizzare fino allo stremo e poi cambiare senza rimpianto.
Quando la tristezza sarà passata riderò di queste parole.
In realtà, da quando il motore ha deciso di abbandonarmi nel bel mezzo dell'autostrada all'ultimo saluto prima di venderne, dopo aver cercato fino all'ultimo altre soluzioni, i resti, mi sono reso conto che mi ero affezionato a questa macchina ad un livello ben oltre il dovuto.
Ad onor del vero, bisogna dire che il suo cambiamento l'avevo premeditato già da un po' di tempo, ma ogni volta trovavo una scusa qualsiasi per posticiparlo perchè la verità è che separarsi da questo gioiellino è sempre stato difficile.
Un po' per i ricordi che inevitabilmente vi si legano in 5 anni di convivenza, un po' per quell'aspetto così particolare che adoravo e, sicuramente, in parte anche per il simbolismo del passare da una macchina così giovanile a una più "familiare", lottando con quella sindrome di peter pan che non vorremmo abbandonare mai.
L'unica cosa che posso dire adesso è che è stata una convivenza fantastica e per quanto scomoda avesse potuto essere, per quanto amaro sia stato l'addio a soli 80.000 km, è stata senza dubbio il miglior compagno di viaggio a quattro ruote avuto finora.
Per cui, come le ho sussurato nel nostro ultimo incontro, non resta che salutarla e ringraziarla di tutto. Magari non sono stati tanti i kilometri assieme, ma sono stati incredibili.