lunedì 27 luglio 2009

Un viaggio di un altro colore.


E' diverso.
Formalmente e sostanzialmente diverso.

Te ne rendi conto quando sei lì, durante una curva, che guardi il mondo da un'inclinazione sconosciuta ai più.
Oppure quando affronti un rettilineo e hai tutto il tempo per goderti il paesaggio nella sua interezza, con i suoi suoni ed odori non filtrati da un freddo abitacolo metallico.

Certo, moto e macchina hanno entrambe i loro pro e contro però le emozioni che fa provare il primo mezzo sono irripetibili. E' la stessa differenza che passa tra discendere da una montagna su una funivia oppure saldamente fissati su una tavola da snowboard.
Emozioni vs routine.
Vivere il luogo vs vederlo.

Ammetto che ci si può divertire anche su quattro ruote, i kart ne sono un più che valido ed accessibile esempio, ma il cambio di direzione di una chicane, con la moto che va giù da un lato e poi, assecondando i tuoi ordini come un fedele destriero, si rialza in fretta solo per riavvicinarsi all'asfalto è una delle emozioni di guida più pure che un pilota possa provare.

Vroooooom!

giovedì 16 luglio 2009

3D or not 3D


Provengo dalla visione, alcuni giorni fa, di "Coraline e la porta magica" (un buon film, anche se dal genio di Gaiman mi aspettavo forse qualcosa di più) visto nel sistema 3d che va tanto di moda adesso e che mi ha spinto a pormi la fatidica domanda del titolo. E' un po' di giorni che ci rimugino sopra e per quanti passi avanti abbia fatto la suddetta tecnologia dai tempi delle sfuocate visioni bicromatiche non vedo ancora in essa il futuro del cinema. C'è da dire, innanzitutto, che un film per essere trasmesso in questa modalità va, ovviamente, interamente rielaborato rendendo la fase di post-produzione impegnativa e costosa quasi quanto le riprese stesse e che allo stato attuale l'effetto è stato applicato praticamente solo su cartoni animati o comunque film con forti componenti in computer graphic, fattori che già da soli limitano l'utilizzo della tecnologia. Altro grosso ostacolo è il fatto che il cinema deve aver investito nell'apposito duplice proiettore, possibilità realisticamente estesa solo alle multisale, in aggiunta al fatto che le stesse fanno pagare il proibitivo costo di 10 euro per la visione.
Certo, gli effetti sono belli, i nuovi occhiali non affaticano troppo la vista e alcuni passaggi fanno pensare di trovarsi di fronte a qualcosa di realmente tridimensionale, ma mi domando: tutto questo davvero aggiunge qualcosa ad un film?
Dopo interminabili ore di analisi nel consiglio di neuroni presenti nel mio cervello (purtroppo uno dei due era anche indisposto) il verdetto è stata una sonora bocciatura della tecnologia allo stato attuale.
Non dico che, in futuro, un'immersione più completa dei sensi nel prodotto multimediale sia una cosa sbagliata, ma al giorno d'oggi siamo, a mio avviso, ben lontani da questo traguardo e se devo guardare gli esperimenti (pochi a dir la verita) che ci hanno proposto sono sempre più convinto di pagare il 40% del prezzo e godermi la banalità delle due dimensioni ancora per un po'.
Un plauso al tentativo, comunque, una simile voglia di innovare nel cinema non si vedeva dai primi tempi del surround.

martedì 7 luglio 2009

Linea dritta o bivi?


"Vlad aveva ragione. Non c'era scelta.
Niente, la vita è come una linea dritta.
L'illusione arriva di seguito quando ti chiedi: "Perchè Io?","E se magari..."
Quando ti guardi alle spalle e rivedi le scelte che non hai fatto
come fossero i rami di un bonsai sfrondato o di un fulmine biforcuto.
Ma se tu avessi fatto una sola scelta diversa adesso non saresti lo stesso tu, sarebbe qualcun'altro a guardarsi indietro e a porsi domande di tutt'altro tipo."

Mi ha sempre fatto riflettere questa esternazione di quel geniale personaggio noir che è Max payne e devo dire che, rispetto a molte altre perle uscite dalla bocca virtuale del mio Max preferito (sorry Pezzali e Gazzè), non la condivido.
Io credo, invece, che la vita ci metta di fronte a persino più bivi di quelli di cui ci rendiamo conto. Credo che anche se apparentemente non sembra ogni decisione presa, in qualsiasi momento di una normale giornata, possa in realtà cambiare drasticamente il futuro e che ,il più delle volte, le conseguenze delle nostre azioni non siano prevedibili nè calcolabili fino in fondo.
La cosa su cui, invece, concordo con il caro amico è l'inutilità di porsi domande su ipotetici futuri (o presenti) alternativi. Considerato il numero incalcolabile di scelte (anche banali) che compiamo nell'arco della nostra vita è inevitabile che qualcuna di esse si riveli alla fine sbagliata, l'importante è, per dire un'ovvietà, porre rimedio agli errori quando possibile e farne tesoro per evitare di ripeterli.
E poi se per la teoria del caos un battito d'ali di una farfalla influenza tornadi a migliaia di chilometri di distanza, chi può davvero dire che le ripercussioni di una scelta che ora ci appaiono sbagliate non siano i mattoncini per costruire un futuro radioso?