lunedì 19 gennaio 2009

28 e non sentirli


A volte cerco di scappare.

A volte mi ci tuffo dentro.

Qualunque cosa faccia alla fine mi ritrovo avvolto in queste riflessioni e l'unico modo per uscirne è assecondarle fino al loro compimento.


Dopo quasi una settimana di festeggiamenti, tra una cosa e l'altra, mi sono ritrovato a domandarmi come affrontavo la mia nuova età e a pensare se la mia età "interiore" fosse maggiore o minore rispetto a quella anagrafica.

E' difficile dirlo.

A volte leggo con gioia un fumetto che magari riporta come data di pubblicazione il 1994 e riprovo quasi le stesse sensazioni di allora, a volte rifletto o discuto su problemi quotidiani con il tono lamentoso di un'ottantenne.

Sono stato contento come un bimbo di ricevere il Kendama di Yattaman e al tempo stesso, però ,mi accorgo che il mio interesse per fumetti e videogiochi non è più quello di un tempo.

In poche parole, al termine di queste analisi, mi sono reso conto che sono del tutto a mio agio con la mia età perchè riesco a far convivere tranquillamente una maturità, a mio avviso necessaria, con i sogni e la visione (altrettanto fondamentale) del bimbo dentro di noi che troppa gente, forse, reprime.

Certo, a volte prevale un aspetto rispetto all'altro, a seconda della situazione, ma sono proprio contento di vedere i progressi che ho fatto negli ultimi anni e al tempo stesso di mantenere quello spirito che ti permette di stupirti di cose che molta gente troverebbe banali.

giovedì 8 gennaio 2009

Buoni propositi



E così le feste sono finite.

Passate divinamente, non c'è che dire, e quando dico così penso a divinità greche, monte olimpo, ninfe, cenoni che durano tutta la notte, trasformazioni in cigno e cose del genere.

Sì, direi, adeguato.

Ma in tutto questo festeggiare c'è stato anche qualche momento per pensare alle cose serie e stilare una lista di buoni propositi per l'anno appena iniziato.

Uno, all'apparenza semplice, è uno di quelli a cui tengo di più e recita più o meno così:


"Dire meno volte 'mi dispiace'."


Il che non vuoi dire che io abbia mai avuto paura di scusarmi quando mi sentivo in torto, ma vuol dire, semplicemente, creare meno circostanze per cui mi senta in dovere di chiedere scusa, in altre parole commettere meno errori.

Un proposito sintetico, ma al tempo stesso provante, gli errori sono insiti nella natura umana e l'unico modo per evitarli è quello di non fare assolutamente nulla, atteggiamento ben distante da qualsiasi dei miei obiettivi.

Nonostante ciò, ritengo di aver usato troppo quell'espressione nel 2008 e di avere fatto troppe cose che poi si sono rivelate completamente sbagliate e la cosa più brutta è che poi capita che a soffrire di questo non sia tu che hai sbagliato e lo meriteresti, ma persone che non hanno nessuna colpa.

Ecco, questo è quello che cercherò con tutte le mie forze di evitare.


Frase saggia del giorno: "L'ira per un torto subito è l'unica condanna che colpisce la vittima anzichè il colpevole"