lunedì 29 dicembre 2008

Lamento ergo sum


Ci sono poche cose che contraddistinguono l'essere umano più della sua innata capacità di lamentarsi.

E ve lo dice uno che, nell'arte in questione, teme davvero pochi confronti.

Semplicemente, però, mi sono stupito di come la gente generalmente tenda a dare più valore agli avvenimenti negativi (di cui, quindi, ci si può lamentare) rispetto a quelli positivi.

Lo spunto per questa digressione mi è stato dato dall'approssimarsi della fine dell'anno e del fatto che la maggior parte della gente prova l'irrefrenabile desiderio di trarre le somme dell'anno passato e spesso comunicare tali conclusioni a chiunque gli capiti a tiro, con qualsiasi mezzo necessario.

Quello che reputo incredibile è che per il 90% delle persone che ho avuto modo di analizzare il 2008 è stato un anno


Terribile

Da dimenticare alla svelta

Il peggiore degli ultimi 10


Ora...

Statisticamente parlando la cosa è quantomeno sospetta.


Io, magari non faccio testo perchè se mi chiedessero di ripetere questo dicembre altre mille volte di seguito sarei l'uomo più felice (seppur lamentoso) del mondo, ma aldilà di questo, analizzando il resto dell'anno passato direi che tra alti e bassi non è stato male.


Sarà che considero che anche le esperienze più distruttive ti facciano comunque crescere e abbiano perciò il loro senso.

Sarà che penso che gli inevitabili momenti bui servono solamente a farti apprezzare ancora di più la luce.

O sarà, forse, che le cose belle mi restano impresse nella memoria molto di più di quelle tristi, mentre per tutto il resto del mondo pare funzionare al contrario.


Però per una volta, solo per questa, non me la sento proprio di lamentarmi.


Questo povero 2008 è agli sgoccioli, cerchiamo di conservare i bei momenti che ci ha regalato, di fare tesoro degli errori fatti e di essere fieri di poter dire l'unica cosa che conta davvero al 31/12:


Sì, sono un uomo più grande di come ero al 01/01.


Sarebbe bello poter dire "migliore", ma un passo alla volta :)






venerdì 19 dicembre 2008

Solo due cose sono infinite

Così diceva il buon Albert...


"...l'universo e la stupidità umana e non sono sicuro della prima."


Parole quantomai confermate (se mai ce ne fosse bisogno) anche stamattina, quando, riprendendo in mano la mia macchina dopo 3 giorni di ferie, ho trovato tutta la fiancata segnata, in maniera chiaramente volontaria, con un qualsiasi oggetto appuntito.

La mia reazione iniziale non è stata di rabbia o dispiacere, ma più che altro di sorpresa, probabilmente dimenticando la massima prima citata. Ero convinto che all'alba del terzo millennio certe cose non esistessero più, che anche la creatura con l'intelletto più basso in circolazione non fosse così vigliacca da prendersela con un oggetto inanimato per un torto che (presumibilmente) io gli avevo fatto.

Non voglio nemmeno pensare a quale potrebbe essere stata la causa di questo gesto perchè, innanzitutto, non credo di riuscire ad arrivare a ragionare come una persona che possa fare una cosa del genere ed inoltre magari si è trattato solo di un qualsiasi derelitto in stato confusionale che in quel momento lo trovava la cosa più divertente da fare.

Alla fine va bene, sono cose che succedono, cose che ti portano a ricordare che a volte accadono cose brutte senza alcun senso e non hanno altro effetto che farti apprezzare ancora di più quelle belle quando ci sono.

E per togliermi la felicità derivante da questi giorni di vacanza, mi spiace, mio codardo e anonimo amico, ci vuole decisamente ben altro.


Peace.


sabato 13 dicembre 2008

Texas, hold us!



Sono sempre stato attratto dal poker, fin da quando, ancora bambino, per la prima volta presi in mano un mazzo di carte.

Per quanto rispetti le carte "Trevisane" e ci abbia passato sopra infiniti bei momenti ho sempre ritenuto che quelle francesi ne rappresentassero la forma più elegante ed evoluta.

Spada laser contro fulminatore se vogliamo seguire la logica di Obi-Wan.

L'unica pecca che ho sempre riscontrato nel poker era la troppa dipendenza dalla fortuna. Come potevo divertirmi a giocare un gioco in cui un giocatore può cambiare fino a 4 carte dalla sua mano distruggendo qualsiasi informazione posso ricavarne?

La soluzione a questo porta il nome dello stato dei ranger e della pena di morte.

Il Texas hold'em, infatti, è stata una piacevolissima scoperta, questo gioco fatto di attesa, di lettura dell'avversario, di calcoli statistici e di ponderati o del tutto azzardati bluff mi sta prendendo sempre di più.

Più ci gioco e più mi rendo conto che alla lunga la fortuna incide davvero poco (e lo dico dopo la prima serata in negativo) e che pazienza, freddezza e razionalità possono ridurre questa variabile a livelli del tutto irrilevanti.

Certo, io non ho avuto yoda come maestro e spesso il mio comportamento non è proprio da Jedi (vedasi carte scagliate l'ultima sera) per cui faccio ancora errori madornali, ma ho tutta la buona volontà per migliorarmi anche in questo :)


Nel frattempo, considerato che uno degli errori dell'ultima uscita è stato quello di giocare davvero troppe mani posto questo estratto di un recente tormentone affinchè mi possa servire come monito per le prossime.


Ho difeso le mie scelte io ho

creduto nelle attese io ho

saputo dire spesso di no


E che AK vi possa sorridere almeno una volta in più di quello che lo fa con me :)

mercoledì 10 dicembre 2008

...like i've never seen the sky before...

E' come avvicinarsi sempre di più al sole.

Penseresti, prima o poi, di bruciare.

Invece tutto quello che senti è un pizzicorio alla pelle e un calore sempre più familiare.

E' come se in 3 giorni il tuo cuore abbia fatto tutti i battiti di una settimana.

Il resto dei giorni quindi è normale che smetta di battere.

E' incredibile quello che sta succedendo. Incredibile.

Non è l'aggettivo che usiamo per definire le cose più belle?


La citazione del titolo questa volta proviene da uno dei miei film preferiti... non vado matto per le storie d'amore, ma adoro i musical... (oltre che, a quanto pare, distruggere ogni parvenza di eterosessualità manifesta :) )
ecco l'estratto:



Ok, buoni propositi per l'anno prossimo: Meno monotematicità (ma esisterà questa parola?) e post di maggiore interesse per i lettori (ma ce ne saranno poi?)! :)

mercoledì 3 dicembre 2008

In lui c'è del buono... Io lo so... lo so che c'è... ancora


Parlo di questo gelido dicembre, appena iniziato ma già ostile.

Mese di freddo, di probabili nevicate cittadine che fanno sì che ci vogliano due ore per tornare a casa dal lavoro, di shopping affannato, di centri commerciali sempre aperti e per lo stesso tempo ultra-affolati ed invivibili.

Mese di lavoro congestionato dall'imminente festività, di inevitabili bilanci conclusivi sull'anno passato, di immotivata e semi-obbligatoria felicità natalizia, di cinepanettoni e di addobbi di qualsiasi forma e colore sparsi per tutto il mondo.

Ma qualcosa di bello c'è.

Tra cui:

- Il nuovo gusto del mese di grom (Panettone) ancora da assaggiare.
- L'apertura della stagione montanara!!!

Finalmente potrò tornare ad indossare il mio cappello da "Cowboy delle nevi" su e giù per discese innevate, godermi le favolose terme in cui sei a mollo al calduccio e a un metro vedi la neve, planare sulla mia provata tavola da snowboard, sperimentare il mio caschetto con bandiera giapponese ancora intonso e riempire di neve qualsiasi persona abbia la sfortuna di accompagnarmi in uno qualsiasi di questi eventi.

Sì, dai. A conti fatti ne vale la pena.