sabato 13 dicembre 2008

Texas, hold us!



Sono sempre stato attratto dal poker, fin da quando, ancora bambino, per la prima volta presi in mano un mazzo di carte.

Per quanto rispetti le carte "Trevisane" e ci abbia passato sopra infiniti bei momenti ho sempre ritenuto che quelle francesi ne rappresentassero la forma più elegante ed evoluta.

Spada laser contro fulminatore se vogliamo seguire la logica di Obi-Wan.

L'unica pecca che ho sempre riscontrato nel poker era la troppa dipendenza dalla fortuna. Come potevo divertirmi a giocare un gioco in cui un giocatore può cambiare fino a 4 carte dalla sua mano distruggendo qualsiasi informazione posso ricavarne?

La soluzione a questo porta il nome dello stato dei ranger e della pena di morte.

Il Texas hold'em, infatti, è stata una piacevolissima scoperta, questo gioco fatto di attesa, di lettura dell'avversario, di calcoli statistici e di ponderati o del tutto azzardati bluff mi sta prendendo sempre di più.

Più ci gioco e più mi rendo conto che alla lunga la fortuna incide davvero poco (e lo dico dopo la prima serata in negativo) e che pazienza, freddezza e razionalità possono ridurre questa variabile a livelli del tutto irrilevanti.

Certo, io non ho avuto yoda come maestro e spesso il mio comportamento non è proprio da Jedi (vedasi carte scagliate l'ultima sera) per cui faccio ancora errori madornali, ma ho tutta la buona volontà per migliorarmi anche in questo :)


Nel frattempo, considerato che uno degli errori dell'ultima uscita è stato quello di giocare davvero troppe mani posto questo estratto di un recente tormentone affinchè mi possa servire come monito per le prossime.


Ho difeso le mie scelte io ho

creduto nelle attese io ho

saputo dire spesso di no


E che AK vi possa sorridere almeno una volta in più di quello che lo fa con me :)

1 commento:

passione ha detto...

Salve,

Complimenti per il lavoro con il blog!

Vorrei proporti una collaborazione, se mi mandi una mail ti spiego meglio.

Grazie,
Vince