domenica 9 novembre 2008

Riequilibrio del karma



Oggi è tutto sommato una bella giornata, ieri ho passato una serata davvero divertente e, in linea di massima, devo dire che ho un sacco di buoni motivi per essere felice di come mi sta andando la vita adesso.

Trincerato nel mio cauto pessimismo mi godo questo momento, finchè dura e trovo giusto, per controbilanciare la fastidiosa euforia che sto sprigionando, proporre una delle poesie più tristi che abbia mai scritto (ma perchè, ce ne sono di allegre?), preparandoci a questa continua lotta che è la vita.


Ma sempre a testa alta, mi raccomando!


Re di carta


Posso ingannare tutti.
Ma non la mia anima.
Posso provarci, ad illudermi
e convincermi,
ma non funzionerà.
Sto regnando da un castello di carte
In attesa del sospiro più forte.
E sarò di nuovo solo.
A terra.
Tra le macerie.
Con un orgoglio ferito da risaldare.
Il premio vale la sofferenza?
Una fugace speranza di libertà,
un’inarrivabile destinazione,
valgono una vita spezzata?
Forse è ora che mi volti,
che la smetta di fuggire
e con i polsi uniti dimostri la mia resa.
“Solo” è un posto in cui non voglio più stare,
se c’è una pena da affrontare
la sconterò con il sorriso sulle labbra.
In fondo
Ho vissuto davvero.

2 commenti:

Gre ha detto...

poesia molto bella, anche io scrivo poesie e la maggior parte tutte tristi..quelle poche allegre sono quelle meno belle chissà perché!!!
Comunque credo che scrivere poesie o anche testi in prosa sia il modo miglior per sfogarsi e confrontarsi con se stesso!

Nardo ha detto...

Grazie per i complimenti. Anch'io trovo molto più carine quelle tristi, forse perchè sono emozioni forti e più facili da trasmettere boh... e concordo anche sul potere terapeutico della scrittura.
Verrò a leggere qualcuna delle tue poesie se sono sul tuo blog :)